lunedì 31 marzo 2008

Intervista doppia



Molti autori emergenti non riescono a far pubblicare le loro opere: o vengono rifiutati o assaliti da editori a "pagamento" . Quest' intervista doppia, fatta a Chiara Palazzolo, il cui successo è passato dalle librerie alle sale cinematografiche, ed a un autore emergente, Massimo Carlini, la cui prima opera è stata appena pubblicata, ha lo scopo di confrontare le loro opinioni su quest' aspetto dell' editoria italiana.
Intervista
D. Il percorso che ha affrontato prima di veder pubblicato il suo primo libro, Š stato difficile? Ha ricevuto molti rifiuti?
- Risponde Chiara PalazzoloOvvio che s. Difficilmente gli editori pubblicano uno sconosciuto. Gli esordi sono sempre difficoltosi. Bisogna avere molta fiducia in se stessi per sopportare i primi rifiuti. Per•, se vali davvero qualcosa, prima o poi qualcuno ti dir… di s. Non so perch‚ ma funziona cos. - Risponde Massimo CarliniE chi non ne ha avuti? Distribuisci il tuo lavoro a numerose case editrici, poi, un ermetico "le faremo sapere" e lunghi silenzi. Attese colme d'ansia, rabbia provata pensando che tanto, se non conosci qualcuno, non potrai mai farcela; paura perfino che la tua idea possa essere "scopiazzata" e rischiare di vedere un giorno il tuo lavoro pubblicato da un'altro. Per fortuna qualche volta le cose vanno come dovrebbero andare.
D. Ogni anno in Italia nascono 2-300 nuove case editrici, ma le indagini ISTAT ci dicono che 20 milioni di italiani non leggono. Come lo spiega?
- Risponde Chiara PalazzoloGli italiani leggono poco. ma scrivono tutti! Le due cose sono collegate: chi ha poca dimestichezza con i romanzi crede che mettere quattro parole in fila crei di per s‚ un capolavoro. Per quanto riguarda la proliferazione delle case editrici, si tratta nella maggior parte dei casi di "micro" editoria, spesso legata ad ambiti locali o dedicati. Per non parlare della diffusissima editoria a pagamento. - Risponde Massimo CarliniE' vero, in Italia nascono tante nuove case editrici, ma bisognerebbe domandarsi se il nome giusto non sia quello di tipografie. i piccoli editori italiani pubblicano quasi tutto: basta pagare. Il fatto Š che oggi pubblicare un libro Š diventato un prodotto accessorio ad una attivit… principale che spesso non ha niente a che fare con la letteratura.
D. Ci sono moltissimi autori che, pur di pubblicare la propria opera, si affidano a case editrici a pagamento. La distribuzione, per•, rimane il punto dolente per ogni editore che non sia un nome conosciuto. A volte Š uno scoglio insuperabile. Cosa pensa di questo nuovo modo di pubblicare? Crede che possa aiutare un autore emergente a farsi conoscere ?
- Risponde Chiara PalazzoloNon Š un modo nuovo, l'editoria a pagamento Š sempre esistita. E non Š mai servita a nulla, n‚ oggi n‚ in passato, perch‚ non ha senso pubblicare un libro che non sar… mai distribuito nelle librerie. A che serve, chi lo legge? Gli aspiranti scrittori diffidino di chi gli chiede soldi. Io lo ripeto sempre: sono gli editori che devono pagare gli autori, non viceversa. - Risponde Massimo CarliniLa distribuzione è l'aspetto pi— importante ed anche pi— controverso. Capita spesso che i libri pubblicati da piccole case editrici non siano disponibili nelle librerie e risultino di difficile reperibilit…. Se proprio ci si vuole avventurare nel mondo dell'editoria a pagamento - io lo sconsiglio - almeno si scelga una casa editrice che garantisca un minimo di distribuzione, altrimenti nessuno ti conoscer…. D. Cosa ne pensa dello stato attuale dell'editoria?
- Risponde Chiara PalazzoloIn transito, con forti cambiamenti nelle linee strategiche. Mi sbaglier•, ma ho l'impressione che stiamo per assistere a un nuovo Rinascimento italiano in campo narrativo. E' un'opinione in controtendenza, lo so, eppure mi sembra di cogliere certi segnali nuovi. - Risponde Massimo CarliniCambiato in peggio rispetto al passato. Ci sono tre gruppi che hanno il monopolio della distribuzione, Mondadori, Rcs e Messaggerie, che atrofizzano i piccoli editori. La scomparsa di consulenti editoriali di spessore ha portato a puntare pi— sul marketing che non sulla qualit… del prodotto (vedi il filone dei libri di barzellette o delle esperienze erotiche adolescenziali). Se pensiamo che prima a fare il consulente editoriale c'era un certo Italo Calvino. questo d… la dimensione di come le cose siano cambiate.
D. Internet Š un buon mezzo di diffusione? non Š per caso un serbatoio dal quale attingono i "grandi" a scapito degli emergenti?
- Risponde Chiara PalazzoloSono convinta che Internet sia al momento il pi— grande mezzo di dibattito culturale. Basta guardare la miriade di siti, blog, community, forum dedicati ai libri, alla scrittura, alla lettura. E' stato Internet a riportare i ragazzi in libreria. Anzi, secondo gli ultimi dati, Š proprio da Internet che parte il tamtam sui libri. Insomma, Š una magnifica vetrina per tutti, grandi, emergenti, e via dicendo. - Risponde Massimo CarliniE' lo strumento di comunicazione prediletto dai ragazzi, che lo usano per informarsi, studiare, giocare, chattare, scaricare musica e anche per fare acquisti. Internet ti offre una finestra sul mondo, ma attenzione alle critiche, bisogna avere il coraggio di mettersi in discussione. Io l'ho fatto, ho un forum dedicato sul sito http://www.qlibri.it/, chiunque pu• dire la sua sul mio libro.

Taxi a 2 piazze


Una pièce teatrale all' insegna di una comicità travolgente


Grande successo di pubblico per il debutto al teatro Greco per “ Taxi a 2 piazze”, la spumeggiante commedia scritta da Ray Cooney riproposta in scena dal regista Gianluca Guidi. La storia ruota attorno a un tassista sposato, Mario Rossi, che convive nello stesso tempo con due donne, Barbara e Alice, che s’ignorano a vicenda. Il ricovero in ospedale del signor Rossi sarà un pretesto per far partire una giocosa commedia degli equivoci e della contraddizioni, dove le bugie e i colpi di scena danno un ritmo incalzante alla vicenda e l’ adattamento proposto da Gianluca Guidi riesce a mantenere inalterata tutta l’ effervescenza e la vivacità del testo originale. Ottimo il cast in scena: gli attori, naturali, spontanei, divertiti dal loro ruolo, riescono ad esprimere al massimo la paradossale situazione che viene presentata, ottenendo cosi molti applausi dal pubblico. Uno spettacolo coinvolgente, una commedia brillante e al passo con i tempi.